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Strychnine Twitch

E-mail: strychninetwiitch@live.com

Tutto finì in un bagno di sangue

Tutto finì in un bagno di sangue
»Titolo: Tutto finì in un bagno di sangue
»Autore: Strychnine Twitch
»Data di pubblicazione: 29 Agosto 2011
»Rating: Rosso
»Personaggi: Tré Cool, Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt, Dena (nuovo personaggio)
»Words: 2030 (one-shot)
»Diclaimer: Questi personaggi non mi appartengono purtroppo e questa storia è scritta senza scopo di lucro alcuno.
 

Tutto finì in un bagno di sangue

 

Mi svegliai in un bagno di sudore. Mi misi a sedere sul letto. Feci un respiro profondo. Che cazzo succedeva? Mi guardai intorno, accanto a me Dena dormiva con un meraviglioso abito di pizzo che gli arrivava alle cosce.

Alla sua vista mi calmai un poco.

 

Ma perché ero così agitato?

Riordinai la mente cercando di ricordare cosa avessi sognato di così terribile da farmi svegliare in quello stato. Non ricordavo nulla, non credevo nemmeno di aver sognato.

Mi alzai per andare in bagno a farmi una doccia. Cercai di non disturbarla ma appena mi alzai il letto scricchiolò e lei aprì gli occhi.

“Oh, scusami, non volevo svegliarti. Buongiorno amore.” Dissi dispiaciuto.

Lei strizzò un attimo gli occhi “Buongiorno. Comunque non importa. Tanto avrei dovuto svegliarmi tra poco, ho un appuntamento con Adrienne e Brittney.” rispose poi sbadigliando.

L'acqua mi piombò addosso fredda e veloce. Rabbrividii e mi strinsi le mani al petto. Dopo qualche secondo, abituatomi alla temperatura mi accorsi che quella doccia ci voleva proprio. Mi rilassai quel poco che mi bastava e uscii dal bagno senza niente addosso.

Sentii un rumore venire dalla cucina. Evidentemente Dena si era già alzata.

Camminai lentamente fino alla camera. Quando entrai il letto era già rifatto e sopra esso erano poggiati una camicia e un paio di pantaloni. Grazie Dena pensai compiaciuto. Mi infilai un paio di boxer e indossai quello che Dena aveva preparato per me.

Poi scesi in cucina.

Aveva cucinato,

Era strano, non lo faceva mai...

Inoltre era già tutto in tavola.

Ma quanto cazzo ero stato in doccia?

Mangia la frittella bruciacchiata che avevo nel piatto davanti a me. Era cosparsa da uno strato fluido di sciroppo d'acero. Mangiai lentamente mentre pensavo. A niente e a tutto.

Feci mentalmente un programma della giornata. Allora quella mattina dovevo uscire, avevo le prove col gruppo. Già, era stata una settimana molto frenetica per i Green Day, da Lunedì fino a quello stesso Venerdì erano rimasti in sala registrazione dell'Adeline Records la maggior parte del giorno. Lì, diceva Billie, l'acustica era buona, anzi perfetta.

Guardai l'orologio sulla parete, le nove e quattro minuti. Avevo appuntamento davanti a casa di Billie per le nove e mezza. Bene avevo ancora tempo,

“Allora prove anche oggi?” Dena interruppe i miei pensieri.

“Cosa? Ah si le prove. Si si, tra un po' parto. Tu invece cos'hai in programma con Adie e Britt amore?”

“Ah si, giornata di shopping! A questo proposito pensavo di usare la tua carta di credito.

“Va bene tesoro. Comprati qualcosa di sexy ho in programma una bella serata.” Risposi con un sorrisino malizioso. In realtà non avevo ancora pensato a niente, ma presi l'occasione per averla una serata tutta per me.

Mi alzai dal tavolo e andai ad abbracciare mia moglie.

Le scoccai un bacio sulle labbra e uscii di casa.

Ero ancora un po' scosso dal brusco risveglio, Così decisi di prendere un po' d'aria e mi incamminai a piedi verso casa di Billie Joe.

 

Quando arrivai li vidi in macchina ad aspettarmi. Billie Joe Armstrong e Mike Dirnt, i miei migliori amici. Salii nella parte posteriore dell'auto e li salutai freddamente. Ero troppo impegnato a ripensare a quella mattina. Non riuscivo a capire perché fossi così agitato. Ma erano troppo impegnati a parlare tra di loro per accorgersi di me.

Poi Mike si girò: “Ah, ciao Tré, non ti avevamo visto arrivare.”

“Ciao, partiamo?” Riposi sarcastico io.

Billie mise in moto e in pochi minuti arrivammo alla sala registrazione.

Mentre entravamo chiesi a Billie “Per quanto ancora dovremmo continuare a provare così ossessivamente?” Il mio tono si fece leggermente più rigido “Non riesco a suonare dalla mattina alla sera sempre le solite canzoni, cioè è faticoso continuare a sbattere le bacchette! Diventa pesante” Conclusi un po' stanco. Non nascondo che in quel periodo Billie mi stava facendo un po' incazzare. Bho, non gli andava mai bene il modo in cui suonavo, Ci teneva a provare fino a notte fonda. A volte non riuscivo nemmeno a dare la buonanotte a Dena! Cavolo ero sposato da poco. Volevo passare del tempo con lei. Per colpa del caro vocalist avevo persino dovuto saltare il viaggio di nozze! Si proprio il viaggio di nozze! Mi ero dovuto accontentare di un misero giorno di riposo dalle prove nel quale ero andato a fare un giro in barca con la mia nuova bella sposa.

“Ehm... Se sarà necessario si!” Disse molto tranquillamente. Quella sua tranquillità mi stava dando sui nervi. “Sai in questo periodo mi sembri stressato” Cosa ne voleva sapere lui se io ero stressato o no? Ma chi si credeva di essere? “Con Dena va tutto bene? No perché magari hai qualche problema a casa” E adesso cosa centrava Dena? Cosa voleva insinuare quello stupido?

Senza accorgermene lo stavo odiando.

Si, quel giorno non mi andava proprio giù il suo comportamento.

“Senti, a casa va tutto benissimo.” Dissi in un tono che ora non saprei descrivere “Vado dalla mia batteria, almeno lei non fa tante stupide domande.”
Me ne andai camminando tranquillamente e cercando di evitare Mike. Non avevo voglia di parlare nemmeno con lui. Mi sedetti sul piccolo sgabello davanti al mio strumento e cominciai a battere un tempo a caso con il piede. Poi alzai gli occhi.

Billie stava parlando a bassa voce con Mike e mi scrutava. Quando vide che guardavo in quella direzione si girò di scatto verso Mike. Smisi di battere il tempo per cercare di ascoltare cosa stessero dicendo.

Ma loro parlavano a bassa voce e io non capivo. Che fastidiosi.

Poi sentii Mike scostarsi da Billie e dirgli: “Ma si sarà solo un brutto periodo per lui...Pazienza” Ma che cazzo!?!? Ci si metteva anche lui? No basta erano insopportabili.

 

Quel giorno eravamo da soli, Jason e gli altri non erano venuti. Meglio così, le prove forse sarebbero durate un po' meno.

“Allora cominciamo?” Dissi seccato da quei loro stupidi atteggiamenti.

“Certo” Sospirò Mike evidentemente stanco di quelle lunghe prove come me.

Continuammo a suonare fino alle 14.00 poi decidemmo di fare una pausa.

Cominciai a ripensare a quel sogno che non ricordavo. Cazzo! Non riuscivo a darmi pace.

A quel punto avremmo dovuto mangiare... No io non avevo fame, mi sedetti in terra con la testa appoggiata al muro.

Evidentemente neanche quei due in fondo alla stanza avevano fame. Chissà se si stavano divertendo a ficcarsi la lingua in bocca a vicenda. A wow, adesso Mike stava spogliando Billie. Perché, proprio oggi dovevano rompere così tanto le palle al sottoscritto? Perché proprio a me? Io non li sopportavano quando facevano così. Ma cazzo! Lo facessero quando erano soli, invece no! Quando c'ero anch'io nei paraggi. Dio mio che schifo! Basta non ce la facevo più!

Quel giorno stava facendo davvero schifo!

Li volevo morti!

Pensai.

E fu lì che mi venne l'ispirazione. Ma certo ecco cosa avevo sognato quella notte, loro due non c'erano più e la mia vita scorreva tranquilla in compagnia della mia bella moglie.

Era quella la soluzione a tutto, pensai.

Se li avessi fatti fuori nessuno avrebbe sospettato di me, ma sopratutto la mia vita sarebbe stata libera.

Non avrei fatto fatica a trovare nuovi amici.

Sarei stato libero dalle loro critiche e dai loro “rapporti intimi”.

Ma cosa stavo dicendo? Eppure tutto questo mi attraeva. Era veramente eccitante.

Così presi la mia decisione. Loro non sarebbero mai più tornati a casa. No , perché io li avrei uccisi.

Un sorriso malvagio mi si dipinse in volto.

“Ehm.. Ragazzi, mi spiace davvero tanto interrompervi ma volevo solo avvisarvi che io vado a prendermi qualcosa da mangiare.” Dissi, mi alzai e mi avvicinai alla porta.

L'unica risposta fu un pollice all'insù di Mike. Ecco questa era la dimostrazione di quanto ci tenevano a me. E questo era quanto io tenevo a loro.

 

Uscii, sapevo che nella sua auto Billie Joe teneva un coltellino svizzero, quello non era sufficiente, avevo bisogno di una corda. Forse ne avrei trovata in giro per l'edificio. Mi misi a cercare e dopo un quarto d'ora circa uscivo dal magazzino con una grossa corda in mano. La poggiai fuori dalla stanza dove cerano gli strumenti e Mike e Billie.

Entrai, come pensavo loro non se ne accorsero, sfilai le chiavi dalla tasca dei jeans di Billie che erano stati abbandonati in terra come stracci e uscii.

Aprii la macchina. Mi toccai la fronte, sudavo freddo ma ormai avevo cominciato dovevo finirla con questa storia. Questa volta sarei arrivato fino alla fine, alla loro fine.

Aprii un cassetto sotto il sedile e ne estrassi quel piccolo oggetto, feci scattare la lama che si aprii con un rumore metallico. Lo richiusi e me lo infilai in tasca, ero pronto per il GRANDE MOMENTO.

 

Rientrai nello studio di registrazione e posai le corde vicino alla porta. Mi avvicinai a quei due corpi avvinghiati l'uno all'altro.
“Ehi ragazzi alzatevi” Dissi in tono di sfida “Facciamo un gioco”

Loro mi guardarono storto ma si alzarono ugualmente.

“Che gioco?” Chiese Billie tra le braccia di Mike.

“Lo scoprirai presto” Risposi io ridendo malizioso.

“Voi giratevi verso il muro... Per adesso.”

Erano incuriositi. Sapevo che non avrebbero mai capito cosa stava per succedere. Si girarono con le spalle verso di me e si appoggiarono alla parete.

Andai a prendere le corde. Gliele legai attorno ai polsi e li feci voltare. Il laccio era stretto, non sarebbero riusciti a liberarsi.

Sembravano eccitati, probabilmente speravano in qualche giochetto erotico che tra di loro non avevano mai sperimentato, o magari una cosa a tre.
Ma non era così.

Li legai a una sporgenza di ferro che usciva dal muro.

Non si sarebbero liberati mai più. Ormai dovevo arrivare fino in fondo.

Mi avvicinai a Mike e con un pezzo di stoffa che avevo trovato insieme alle corde gli bendai gli occhi, poi fu la volta di Billie, lo imbavagliai alla bocca.

Estrassi il coltellino e lo feci scattare come qualche minuto prima. Ancora una volta un clic metallico rimbombò nella stanza.
Billie sgranò gli occhi, potevo vedere la sua paura scorrere tra noi. Mi avvicinai a Mike sorridendo sinistro.

Gli passai la lama sfiorandogli il collo un paio di volte, lui, che non sapeva di cosa si trattasse sorrideva ancora.
Mi girai a guardare Billie, piangeva ma non poteva urlare a Mike ciò che stava accadendo. Vidi le lacrime chiare inondargli il viso. Era questo che volevo, farli soffrire.

Affondai la lama nella sua gola.

Il suo sorriso scomparve.

La testa crollò pesante sul collo. Lo slegai e lasciai Billie a godersi quello spettacolo raccapricciante. Un'onda eccitante mi percorse il corpo. Mi ero liberato di un peso.

Mike Dirnt era morto, ora toccava a Billie.

Anche la sua vita sarebbe finita nel giro di pochi minuti.

Mi avvicinai a lui e lo guardai fisso negli occhi. Gli tolsi il bavaglio e lasciai uscire un grido terrorizzato dalle sue labbra. Mi avvicinai e l baciai.
“Tutto questo è successo per colpa tua!” Gli dissi “Tu hai ucciso Mike Dirnt”

Con quelle parole, sempre guardandolo negli occhi, lo uccisi. Come avevo fatto con Mike, con quella lama, con quelle corde.

Ora nessuno avrebbe più interrotto la tranquillità della mia vita.

Uscii dalla stanza, non ero sporco di sangue, le loro morti non mi avevano macchiato, né fisicamente né moralmente, mi sentivo pulito, senza alcun peso.
Appena fui in strada ripartii a piedi e lasciai ricadere il coltellino sporco di sangue nella prima pattumiera che trovai.

Me ne andai pronto a fingere con la polizia. Mi recai in caserma con una faccia terrorizzata: “PRESTO” urlai “all'Adeline Records c'è stato un omicidio”.

I vigili mi seguirono e io dopo una deposizione me ne andai a casa.

Non avrebbero mai sospettato di me. Il loro migliore amico.

E ora sono qui, sdraiato sul divano a guardare alla tele l'ennesimo servizio sulla morte delle due rock star morte qualche giorno prima. Dena non c'era. Stava consolando Britt e Adie, sconvolte e in lacrime da quella sera in cui le avevo chiamate e avevo raccontato loro tutto.

Loro speravano nell'intervento della polizia, ma il colpevole non sarebbe stato ritrovato, mai.